Buone feste…indigeste
Eccoci qui a due passi dalla fine dell’anno.
Bella cosa? Brutta cosa?
Eh, diciamo che, se il perno della tua giostra sono gli altri con i loro desideri e aspettative, il periodo natalizio può decisamente affaticare il su e giù dei cavallucci a tempo di Jingle Bells.
Corri come un/una forsennatə alla caccia di regali che fai da cinquant’anni e che spesso da quarantanove non hai più voglia di fare – ma vorrai mica deludere qualcuno proprio nel periodo più buono dell’anno? –, temi l’arrivo di cenoni in compagnia dei tuoi cari, quelli per il cui amore – anzi, ammore – apparecchi il viso con un sorriso finto e nascondi i fianchi con il grasso vero, cenoni a cui non riesci a dire no perché altrimenti poi cosa dicono? E chissà cosa direbbero se sapessero che sei eternamente a dieta e che dire sì (o no) a queste ventisette portate per te è terrificante, o che ti fa schifo buona parte di ciò che c’è in tavola?
Ma a proposito del dire, tu ti sei fermatə a chiederti cosa dici tu di te? Perché l’equilibrio parte proprio da lì. Dal metterti al centro della tua giostra.
Una giostra che si inceppa quando intorno a te orbitano situazioni e persone poco nutrienti, ma anche quando attorno a te non ci orbita proprio nessuno: due realtà dal sapore molto simile, in cui la differenza la fa una glassa spesso stucchevole, in cui, a volerti ascoltare davvero, l’unico ingrediente autentico è il vuoto.
Quel vuoto che spesso rifuggiamo ma che, a non scacciarlo, tanto può restituirci di noi.
E quale miglior periodo dell’anno per trovare i doni preziosi nascosti in quel vuoto, se non questo?
I dictat sociali ci impongono frenesia, ma ti ricordo che la natura in questo periodo dell’anno sta riposando e richiama anche te, in quanto fattə della sua stessa sostanza, alla lentezza e al raccoglimento, per onorare le risorse che sono semi già in te e che, se riconosciute e sostenute nel tuo mondo interiore oggi, non potranno che sbocciare in ricchezze di cui godere nel mondo là fuori domani.
Ecco allora che ti propongo un rito per lanciarti verso il futuro onorando il presente.
Prendi due foglietti di carta. Sull’uno scrivi un desiderio rispetto alla tua relazione con il cibo che lanci verso l’estate del 2024, e sull’altro scrivi una risorsa che è già tua oggi, un qualcosa su cui fin da ora sai di poter contare nel tuo viaggio verso una te che si gode senza giudizi o colpe il cibo.
Poi brucia il biglietto con su scritto il desiderio, e lascia che il fuoco trasformi la tua intenzione.
Conserva con te il secondo biglietto, e nell’estate del 2024, riprendilo e vedi cosa ne è stato di quella risorsa: l’hai nutrita? Custodita? Si è trasformata in una ricchezza? L’hai abbandonata?
E ora veniamo ai miei auguri per te.
Oggi è il giorno più corto dell’anno e io ti auguro che la luce che da oggi è destinata a diventare ogni giorno più intensa fino al prossimo solstizio sia innanzitutto quella del bene che metti in ogni gesto che rivolgi a te stessə.
Ti è piaciuto questo articolo e vuoi esser sicurə di non perderti i successivi?
Iscriviti al Dispensario mentalimentare, la mia newsletter del venerdì!