Smetti di evitare il fallimento e abbraccia il successo
Essere preoccupati di non farcela è un qualcosa che, prima o poi, nella vita capita a tutti. Di fronte a un nuovo lavoro, un esame, la chiusura di una relazione affettiva, una forma fisica che da anni inseguiamo e ancora non riusciamo a raggiungere, è piuttosto probabile che la nostra vocina interiore si faccia sentire con un: «È una cosa più grande di me, non ce la posso fare!»
Il problema sorge quando questa vocina diventa segnatamente insistente e la paura di non farcela ci paralizza impedendoci di raggiungere – o addirittura di definire – i nostri obiettivi.
La ragione di questa paura di fallire nasce spesso da genitori particolarmente esigenti e poco supportivi, ma il punto di origine può anche essere un evento traumatico del passato. Un evento che potrebbe aver cristallizzato in noi l’idea di non essere sufficientemente capaci, quando non addirittura incapaci, e che ci ha fatto vivere per esempio un’emozione di vergogna. Sì, perché per quanto la paura del fallimento porti con sé vissuti di rabbia, delusione e frustrazione, non sono questi i veri motivi per cui cerchiamo con tutte le forze di evitare il fallimento, bensì il fatto che fallire ci faccia provare una profonda vergogna: fallire è un qualcosa che ci colpisce direttamente nell’essere, più ancora che nella nostra capacità di fare.
Se fallisci, pensi, gli altri, soprattutto le persone che stimi e ami, saranno delusi da te e non ti vorranno più bene. Se fallisci, ti dici, è perché non hai le qualità necessarie per portare nel tuo futuro ciò che desideri. Se fallisci, sei un fallimento.
E così, ecco che a tu per tu con un nuovo obiettivo, la tua vocina interiore fa di tutto per evitarti di rivivere quelle stesse preoccupazioni che hai già sperimentato più e più volte di fronte a una nuova sfida. Senza neanche accorgertene, inizi a mettere le mani avanti, ad abbassare le aspettative di chi ti circonda, spargendo la voce che ci proverai, sì, ma sai già che è molto poco probabile che tu ce la possa fare. E la cosa, ahimé, la rendi sempre più probabile distraendoti dal tuo obiettivo principale con attività che, a ben vedere, non sono poi così urgenti quanto l’urgenza di evitarti il fallimento ti porti a credere. Oppure procrastini fino a che il tempo che rimane a tua disposizione non è più sufficiente. A volte, riesci pure a coinvolgere in questo autoboicottaggio il tuo corpo: un dolore qui, un incidentello là, un mal di testa improvviso.
Alla fine non ce la fai per davvero, e questa sconfitta ha buona probabilità di portarti inconsapevolmente ad aprire il frigo e ad aggiungere sullo stomaco il peso che hai già sul cuore. Oppure, all’opposto, ad affamarti per autopunirti; o per recuperare il controllo e il terreno perduto. E ciò vale sia quando l’obiettivo che abbiamo mancato riguarda l’alimentazione tout court, sia quando l’obiettivo è di carattere professionale, relazionale, o finanziario.
Come fare per uscire da questo schema? Spostando l’ago della bilancia dall’evitare il fallimento al promuovere il successo.
Come promuovere il successo
La paura di fallire è piuttosto subdola, e allora è innanzitutto importante divenire consapevoli di tutte quelle strategie inconsce e inadattive che, anziché prevenire la sconfitta, la rendono altamente probabile.
Se poi, alla consapevolezza dei nostri auto-sabotaggi aggiungiamo lo spostamento del nostro focus su ciò che è in nostro potere fare, la spirale verso il basso è spezzata, e noi possiamo progressivamente guardare al nostro futuro con sempre maggior fiducia ed efficacia.
Eccoti qualche spunto di lavoro per promuovere il tuo successo.
Ridefinisci il fallimento.
Il fallimento è certamente motivo di delusione ma è importante riconoscere che, se ci manteniamo in una prospettiva costruttiva, può essere occasione per acquisire nuove abilità e imparare qualcosa di noi stessз. Il fallimento non è di per sé né buono né cattivo: è un’esperienza e fa parte della vita. Non solo, se non lo giudichiamo ma lo osserviamo con curiosità e mente aperta, ci accorgiamo di quante informazioni e insegnamenti preziosi porti con sé. Pensa al tuo ultimo fallimento e prova a fare una lista delle cose che ti ha insegnato: come puoi trasformarle in strategie per il tuo prossimo successo?Riconosci cosa c’è dietro.
È possibile che tu non sia consapevole di tutte le emozioni che ti abitano dentro, ma i tuoi comportamenti sono un ottimo strumento per riconoscere il tuo stato emotivo: usali a tuo vantaggio. Abbiamo visto poco sopra che il perfezionismo è uno degli strumenti della procrastinazione, che a sua volta è un meccanismo di difesa dal fallimento. Stana il perfezionismo nel tuo quotidiano e domandati: da quale emozione mi sta proteggendo? Quando ti viene da rimandare qualcosa, domandati perché, e se la risposta è «Perché ho paura», ricordati che la paura di per sé non limita le tue azioni: concediti di agire anche se hai paura.Ricordati il vero obiettivo.
Sii presente a ciò che fai. Se a due passi dalla consegna di un lavoro ti ritrovi a perderti in chiacchiere ogni tre per due con il vicino di scrivania, non giudicarti, ma torna alla tua attività. Dai valore al lavoro fatto fino a quel momento, resta focalizzatə su ciò che veramente conta per te, non dimenticarti di premiarti con delle pause: le chiacchiere non vanno abolite, anzi, basta circoscriverle al momento più opportuno senza usarle come diversivo.Impara a pensare in modo positivo.
Sull’importanza di sostenere i propri progetti con parole positive ho parlato nel mio blog post della scorsa settimana (se vuoi fare un po’ di pratica vai anche a vederti i miei post su Facebook)Sfida i tuoi limiti rispettandoli.
Per smontare la paura di fronte a una meta particolarmente ambiziosa, individua piccoli e progressivi step a tua misura che ti aiutino a raggiungerla. In questo modo, sicurə di conoscere la strada, potrai dedicare le tue energie a ogni singolo passo, sfidando i tuoi limiti nel rispetto dei tuoi tempi, senza farti soggiogare dalla meta.Ricordati che non esiste mai una sola strada.
Non solo tutte le strade portano a Roma, ma lungo la via potresti accorgerti che Napoli è più funzionale al tuo viaggio. Detto fuor di metafora: impegnarsi su un obiettivo non è sinonimo ostinarsi. Ridisegnare un percorso, o cambiare punto di arrivo, non è fallire: è rendersi presenti al presente. Prova a immaginare un piano B, non come fuga o rifugio, ma come esercizio di apertura al cambiamento: se non dovesse succedere esattamente ciò che adesso vuoi che accada, cos’altro ti renderebbe felice e fierə?Lascia andare ciò che non puoi controllare.
Anziché disperdere le tue energie su ciò che non puoi controllare, focalizzati sulle cose e situazioni su cui puoi agire.
Ti son piaciuti questi spunti di riflessione e vorresti ancora qualche aiutino?
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Questa settimana nel Dispensario trovi: il gioco degli errori e una lettura per aiutarti a goderti il successo senza paura.