Come fare movimento odiandolo ogni secondo
Per chi lascia che sia la propria mente a stabilire cosa e quanto mangiare, il cibo, ma anche l’attività fisica sono vissuti innanzitutto come strumenti per controllare il peso e avere l’aspetto fisico desiderato.
È tutto un ‘ho mangiato di più quindi mi devo allenare‘, a cui segue ‘un mi sono allenatə quindi posso mangiare di più’, che diventa un circolo vizioso senza fine.
Restando in questo schemino, grazie alla potente leva dell’insoddisfazione corporea, si fa movimento odiandolo ogni secondo. Alla faccia del grazie!
Per “vedersi meglio” quanti soldi buttiamo ciclicamente in abbonamenti in palestra e corsi di fitness online?
Nei casi più fortunati c’è un entusiasmo iniziale, ma spesso ciò che si vive è solo frustrazione per il fare qualcosa che non piace e che (neanche a dirlo!) non dà risultati proporzionali al sacrificio fatto. E così, per mirare all’illusorio benessere del dimagrimento, in men che non si dica, si molla tutto e ci si preclude la possibilità di beneficiare degli effetti universalmente riconosciuti al movimento su mente e corpo.
L’allenamento fisico in sé non è la soluzione
Il punto è che, più o meno tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita ad allenarci, ma pochi di noi hanno imparato ad ascoltare come il corpo ci chiede di muoverci in un dato momento della nostra vita.
Nulla di diverso da quanto succede con il cibo: siamo abituati a seguire prescrizioni (esterne) di ogni genere sul cosa, quanto e quando mangiare, e ben poco avvezzi ad ascoltare e sentire di che cosa ha bisogno il nostro corpo in un dato momento.
Secondo te, una regola del tipo “Devo allenarmi tre volte alla settimana altrimenti non vedrò miglioramenti” ti predispone ad ascoltare i segnali che ti manda il corpo?
Fino a che quel ‘devo’ non lascia il posto a un ‘mi piace’, la storia ha poca probabilità di avere un happy ending.
Fatti portare dal piacere
Pensa a quando eri piccolə. Muoverti era bello, e lo era perché era il gioco a mediare il tuo rapporto con il movimento.
Poi crescendo le cose sono cambiate, soprattutto se sei una donna. Hai iniziato ad associare al movimento la forma del tuo corpo, le calorie, l’insoddisfazione per il tuo aspetto, e questo, un po’ alla volta, ti ha spinto a vedere il movimento come un qualcosa che devi fare, e spesso senza piacere.
Far girare il movimento attorno all’obiettivo di modificare la forma del corpo toglie ogni piacere al movimento. Tutto si riduce a un esercizio di volontà, e la volontà, per nostra natura, non può che calare nel tempo, col risultato che smettiamo completamente l’attività intrapresa.
Per recuperare un rapporto sano con il movimento bisogna ricreare il legame movimento-piacere. Solo preservando il piacere, possiamo sperare di mantenere un’abitudine sul lungo periodo.
Chissenestrafrega se ginnastica dolce fa bruciare poche calorie. Ti piace? Ottimo, fai quello! Ci sono tre lezioni a settimana e per te sono troppe? Ottimo, vai quante volte riesci, decidendo di settimana in settimana in base a come ti senti.
Eh, ma mi dirai: “Per stare in salute, è importante non essere sedentari, e non è che fare movimento una volta a settimana basti”.
Vero, ma c’è un grande ma.
Non essere sedentari vuol dire fare movimento quotidianamente, e in quel ‘quotidianamente’ c’è uno spirito di costanza da costruire che, come abbiamo visto, viene boicottato da scelte in cui è assente il piacere. Dunque è, prima di ogni cosa, importante ricostruire un rapporto col movimento che faccia leva sulla piacevolezza. Col tempo, in modo indiretto, il piacere farà raggiungere l’obiettivo di salute. Una salute che sarà non solo del corpo ma anche della mente e dello spirito.
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Questa settimana nel Dispensario trovi: una riflessione su un claim che compare spesso sulle etichette dei cibi considerati tipicamente ‘proibiti’ e una lettura spensierata e al tempo stesso consapevole per fare più sport e meno fatica.