La carne è per gli uomini, la verdura per le donne

Come non mi stanco mai di ripetere, il cibo non è solo una fonte di calorie e nutrienti.

Il cibo è anche uno strumento culturale, e come tale, può renderci vittime di scelte alimentari che poco hanno a che vedere con i nostri reali bisogni.

Il cibo ci identifica a livello di comunità.

Non è forse vero che all’estero noi italiani siamo considerati tutti geneticamente predisposti per la cucina e immancabilmente ci viene chiesto di cucinare o pasta o pizza?

Ma il cibo ci identifica anche a livello individuale.

Abbiamo costantemente bisogno di riaffermare la nostra identità di genere, il nostro essere donna o uomo, e questa necessità non passa soltanto da quale auto, vestito o divertimento scegliamo. Il nostro biglietto da visita è dato anche da ciò che scegliamo di mangiare, ma questa sovrapposizione tra scelte alimentari e di genere ci può portare a uniformarci a stereotipi che non rispettano il nostro appetito reale, né per qualità né per quantità.

La letteratura scientifica ci dice che le femmine sono più portate dei maschi a mangiare frutta e verdura e ci sono invece fior di studi che associano il consumo di carne rossa alla mascolinità e in particolare al rimarcare di fronte agli altri la propria virilità.

Siamo anche portati a pensare che le donne debbano mangiare porzioni più piccole, piatti più curati e cibi poco calorici.

Forse è capitato anche a te – se tu che mi stai leggendo sei donna –, di essere al ristorante con un uomo, con tu che ordini un qualcosa di sostanzioso, tipo un fritto misto, e lui un qualcosa di più light come un’insalata, e vederti arrivare il cameriere che, senza porsi alcun dubbio, piazza l’insalata davanti a te. A me è successo, e devo dire che per un attimo mi sono sentita fuori posto. Giusto un attimo, perché poi il profumino della mia scelta ha avuto la meglio.

Ma per chi ha una relazione complicata con il cibo, questo tipo di stereotipo sul cosa è bene mangiare, quasi inevitabilmente crea un disagio che spesso impedisce a priori la scelta profumata per la donna, e la scelta green per l’uomo.

Anche lo stereotipo sul quanto è bene mangiare, non ci fa un buon servizio.

Molti studi dimostrano che le donne sono portate a modificare la porzione di ciò che mangiano in base a chi hanno davanti durante il pasto: quando una donna mangia con un uomo – soprattutto se è un uomo a cui lei è interessata –, sarà portata a diminuire le porzioni o comunque a sentirsi in difficoltà a mangiare quanto o (peggioi!) più di lui. Non sia mai di venir percepita come eccessiva o ingorda!

Per anni ti hanno ripetuto che all'uomo appartiene la forza, e alla donna la leggerezza: questo stereotipo quanto condiziona le tue scelte alimentari? Quanto sei influenzatə nel decidere quanto e cosa mangiare da chi ti sta accanto? Quanto usi il cibo per definirti e quanto per nutrirti?

Che l’ambiente ci condizioni è indubbio e inevitabile ma questo non vuol dire che siamo necessariamente alla sua mercé.

Allenandoti ogni giorno a domandarti cos’è per te vera forza, cos’è per te vera leggerezza, son fiduciosa che non potrai più risolvere la questione con un paio di bistecche e quattro foglie di insalata scondita.

Per contro, ritornando a usare il cibo innanzitutto per nutrire il tuo corpo secondo i suoi reali bisogni, ti sentitai proprietariə delle tue scelte, e questo porterà in te forza e leggerezza, nel corpo e nello spirito. Oddio, forza e leggerezza insieme…è nato un nuovo genere! O forse è germogliata una consapevolezza che ti riporta ad essere prima di ogni altra cosa un individuo unico e responsabile.

Ti è piaciuto questo articolo e vuoi farti prendere un po’ meno dagli stereotipi?

Iscriviti al Dispensario mentalimentare, la mia newsletter del venerdì: ogni settimana la tua dispensa si arricchirà di una nuova risorsa senza data di scadenza.

Questa settimana nel Dispensario trovi: un approfondimento sugli stereotipi da cucina e una lettura scritta per le donne, per imparare a dire no agli stereotipi limitanti.

Indietro
Indietro

Menopausa: meno la accetti più ti disturba

Avanti
Avanti

Come fare movimento odiandolo ogni secondo