Quando l’ortoressia arriva in palestra
Come ho già voluto sottolineare nell’articolo della scorsa settimana, riconoscere il confine tra il compiere scelte alimentari salutari e il cadere nell’ossessione per il cibo salutare è cosa tutto fuorché semplice.
E c’è un ambiente che, più di altri, rende difficile percepire la sottile linea che separa la salute dall’ortoressia: il mondo del fitness, un mondo in cui l’allenamento è inestricabilmente e continuamente connesso con la nutrizione.
Lungi da me il disincentivare l’attività fisica o il dire che le palestre siano la causa di questo o quell’altro disturbo, ma è innegabile che un ambiente popolato da un numero sempre maggiore di persone che ritengono l’aspetto esteriore il riflesso della salute organica in senso generale può essere terreno fertile per lo sviluppo di disturbi come l’ortoressia.
Se vogliamo perseguire uno stato di salute autentica ecco che quindi è importante prendere consapevolezza dei meccanismi (inconsci) destabilizzanti che questo contesto può favorire.
Per molti amanti del fitness l’alimentazione – che in tanti casi, purtroppo, non rispetta neanche le più elementari regole nutrizionali –, all’inizio è come una sorta di amuleto con cui si crede di poter raggiungere i propri risultati più in fretta. Ma poi, complici le alte (spesso irrealistiche) aspettative sull’allenamento e la performance, il cibo può diventare un’ossessione: i cibi ammessi, i cosiddetti cibi ‘fit’ o ‘puliti’, si fanno sempre meno numerosi e, parallelamente, si tende a fare un uso sempre più importante di integratori alimentari.
Anche qui, non è l’utilizzo di uno o più integratori a decretare la presenza di ortoressia, perché è sempre la misura che fa il veleno, ma se:
la dipendenza dagli integratori si fa maniacale
buona parte degli alimenti sono off-limits
si considera l’alimentazione come l’elemento predominante per il raggiungimento del risultato
il pensiero e la preoccupazione per la preparazione dei pasti è ossessivo
l’isolamento sociale si fa sempre più marcato
è arrivato il momento di riconoscere che la misura del sano è stata ampiamente superata, nonché di accettare che le nostre scelte hanno disatteso la promessa di portarci in un posto al sole.
Riconoscersi nell’ossessione
Come dicevo all’inizio, non è semplice riconoscersi nell’ossessione.
Ritrovarsi in un ambiente che condivide la propria problematica, percepita come corretto stile di vita, rende infatti molto difficile guardare ai propri comportamenti in modo oggettivo.
Con i compagni di palestra si condividono gli stessi rituali – per esempio prepararsi i pasti in anticipo e portarli con sé all’interno di contenitori e borse frigo ovunque ci si sposti – e perché no, presi dal desiderio di attirare l’interesse su di sé si tende a ostentarli questi rituali, quasi ad esser fieri della propria devozione al cibo.
È appagante essere al centro dell’attenzione, e allora ecco che ci si ripete in questo comportamento, mostrandolo in modo sempre più marcato, fino a che però nel tempo, purtroppo, tutto ciò si trasforma in ragione di isolamento da tutti.
Prendere consapevolezza di tutto questo non è semplice, ma è possibile. Possibile e necessario, se vogliamo abbracciare un concetto di salute che vada oltre l’avere un corpo tonico e performante.
Siamo fatti di materia, di spirito e di relazioni, e solo quando mettiamo nella nostra vita gli ingredienti che permettono a questi tre ‘corpi’ di prosperare in armonia, possiamo sentirci veramente in salute.
Interroghiamoci sull’intenzione che muove i nostri comportamenti, lasciamoci dire dal corpo e dalle emozioni che lo abitano quanto buone sono le scelte dettate dai bisogni della nostra mente:
Cos’è che voglio veramente ottenere con il controllo del mio corpo e del cibo che gli do?
A cosa mi sta portando il mio modo di concepire il mio corpo e il cibo? Altrimenti detto: al di là di quello che vorrei, come mi sento?
Se ciò che desideri non coincide con ciò che vivi è forse perché stai chiedendo al tuo corpo e al cibo di rispondere a bisogni che per loro natura essi non possono soddisfare.
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Questa settimana nel Dispensario trovi: un approfondimento sui cibi che in ambiente fitness vengono considerati ‘puliti’ e una lettura utile agli amanti del fitness, per approcciare l’allenamento e la relativa alimentazione in modo responsabile.