Regolazione del peso e microbiota

Quando non riesci a regolare il tuo peso hai mai pensato di domandarti come stanno il tuo intestino e i suoi inquilini?

Parlare di regolazione del peso, come abbiamo già iniziato a vedere in questo mio articolo, non è cosa banalizzabile nel calcolo delle calorie contenute nel cibo, poiché quanta energia concretamente tu immagazzini o bruci quando mangi un alimento dipende da come in quel momento stanno funzionando in te tutta una serie di meccanismi ormonali, neuronali e metabolici. E questi meccanismi, a loro volta, fanno parte di un complesso gioco in cui l’azione è fortemente influenzata da un altro giocatore di punta: il tuo microbiota intestinale.

Forse lo conosci col nome di flora intestinale, e la cosa più probabile è che tu lo associ ai fermenti lattici che ti sei presə quella volta in cui hai dovuto fare più soste in bagno del previsto, o a quell’altra in cui eri sotto terapia antibiotica, in ogni modo, sappi che è ora di fare un update delle tue conoscenze perché è stato scoperto che questi bacilli ti possono salvare il ‘sedere’ su tutta la linea, compresa quella a cui tu aneli di più.

Facciamo un po’ di storia e scopriamo l’enorme potere che questi inquilini del nostro intestino hanno sul nostro stato di salute.

Fino a un decennio fa, il microbiota veniva visto come un’anomalia, si credeva che i suoi batteri fossero benigni scrocconi che vivevano dei pezzi di cibo che il nostro organismo non era in grado di digerire, e in quanto alle sue funzioni, le si considerava limitate all’equilibrio intestinale.

Da una prospettiva neurale, il microbiota era visto come un organo finale in cui si manifestavano le azioni originate nel cervello, ma le più recenti ricerche dicono ben altro: l’asse microbiota-intestino-cervello è bidirezionale, quindi non solo il cervello regola l’intestino e il microbiota ma anche viceversa, il microbiota influenza l’attività intestinale e cerebrale e, concretamente, le funzioni di quasi tutti i nostri organi.

Il microbiota è davvero un portento nel comunicare con il cervello: gli parla per direttissima sfruttando il vicino sistema nervoso intestinale, che gentilmente rigira i suoi messaggi ai piani alti, ma anche in modo indiretto, stimolando la liberazione di ormoni intestinali o trasformando i componenti della dieta in una serie di sostanze e vitamine che influenzano il sistema immunitario e il metabolismo.

E tutto questo comunicare non solo regola il nostro umore, le nostre emozioni, l'attenzione, la concentrazione, l’ansia e la depressione ma anche il nostro peso.

Infatti il microbiota compie per noi il miracolo di modulare il nostro senso di sazietà e la quantità di energia che estraiamo dai cibi, permettendoci così di regolare il nostro peso.

Tutto questo funziona correttamente se il microbiota è in stato di eubiosi, ossia se nell’ecosistema dei microorganismi che popolano il nostro intestino vi è prevalenza delle specie batteriche per noi benefiche, e se queste sono in equilibrio fra loro e con il nostro organismo.

Ma se il microbiota non è in stato di eubiosi? In questo caso parliamo di disbiosi per lui, e di guai per noi.

Si è scoperto infatti un’importante correlazione fra disbiosi e obesità: nelle persone obese il microbiota è meno ricco e diversificato, e il rapporto tra i batteri Firmicutes  e Bacteroidetes – che nei soggetti magri è a favore dei Bacteroidetes –, **è sbilanciato a favore dei Firmicutes.

Quando il microbiota è in disbiosi il senso di sazietà tarda ad arrivare e aumenta la quantità di energia che estraiamo dai cibi, ed ecco che il nostro peso ne risente.

A questo punto ti starai forse già domandando se anche il tuo microbiota è in disbiosi e come puoi scoprirlo, ma per rispondere ti servono ancora due indizi importanti: le cause e i sintomi di questo disturbo. Vediamoli insieme.

Cosa mi fa andare in disbiosi

Le principali cause della disbiosi intestinale sono:

  • alimentazione scorretta

  • terapie antibiotiche, farmaci lassativi e antiacidi, trattamenti ormonali

  • stress, depressione

  • sedentarietà

  • sonno insufficiente

  • patologie intestinali

  • diabete

  • fumo

Come riconosco la disbiosi

Quando la disbiosi inizia ad essere piuttosto importante, potresti accusare uno o più di questi sintomi:

  • diarrea, stitichezza

  • dolore addominale

  • gonfiore addominale

  • meteorismo e flatulenza

  • maldigestione

  • malessere generalizzato

  • stanchezza, debolezza

  • inappetenza

  • mal di testa

  • dermatite atopica

Quanto incide la mia dieta sulla disbiosi?

Per quanto, come hai visto sopra, le cause della disbiosi possano essere molteplici, è innanzitutto un’alimentazione non equilibrata a determinare lo stato di disbiosi del tuo microbiota.

È stato dimostrato che la dieta occidentale, sempre più basata su cibi altamente processati – tipicamente ricchi di zuccheri e poveri di fibre –, crea un ambiente favorevole allo sviluppo dei Firmicutes  che metabolizzano efficacemente i carboidrati e che quindi consentono un maggiore utilizzo dell’energia proveniente dal cibo consumato.

Detto in soldoni: più cibo industriale = più Firmicutes = più ciccia.

E allora ecco che prevenire (ma anche curare), la disbiosi vuol dire ridurre innanzitutto i cibi pronti (ricchi di zuccheri e poveri di nutrienti), gli snack e le bevande zuccherate. E a questi (che io chiamo ‘non cibi’) preferire cibi ricchi di fibre quali cereali integrali, legumi, verdura e frutta, e cibi fermentati quali yogurt, kefir, crauti, miso.

Alla fine, tutti gli studi convergono a dirci che solo se coltivi in primis la salute puoi permetterti di mantenere sano anche il peso, e coltivare il tuo stato di salute si traduce nel concederti uno stile di vita sano in cui la dieta privilegi la qualità e la varietà, e in cui i protagonisti indiscussi siano i cibi freschi e naturali, preparati e cucinati secondo i metodi della cucina casalinga.

Quanto incide il tempo che dedico al mio cibo sulla mia salute?

Scegliere, preparare e cucinare cibi freschi vuol dire tempo, tanto tempo.

Lo so che il tempo è tiranno e che la tentazione di affidarsi ogni tre per due a una comoda busta di minestrone surgelato (contenente zuccheri e additivi per la conservazione) è tanta, ma prova a fermarti un attimo, e domandati: cosa fa funzionare le relazioni e le rende appaganti?

Credo tu non possa che dire il tempo e la cura che dedichiamo loro.

E allora, concludo con una riflessione: se la tua relazione con il tuo corpo e con il cibo non funziona come vorresti, come puoi pensare che questo non dipenda dal tempo che dedichi a scegliere e preparare ciò che porti dentro di te e alla cura con cui lo fai?

Vuoi iniziare a dedicarti qualche cura in più partendo dalla tua pancia?

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